"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi." (M. Proust)

Gioco d'Azzardo Patologico: rischi e strategie di prevenzione

Gioco d'Azzardo Patologico: rischi e strategie di prevenzione

Il termine ‘azzardo’ deriva dal francese hazard, a sua volta proveniente dall’arabo zarah, che significa dado, parola che richiama simbolicamente l’esposizione al caso, ad una serie di esiti possibili e quindi di rischi e pericoli (Callois, 1981). Attualmente, con il termine gioco d’azzardo (gambling), viene indicata una forma di intrattenimento in cui il giocatore scommette una certa quantità di denaro o di beni di valore sul risultato di un evento dall’esito incerto, allo scopo di vincere un premio, che generalmente consiste nel guadagnare un’ulteriore quantità di denaro o aggiudicarsi gli oggetti messi in palio (Clark, 2010; Molde, Pallesen, Bartone, Hystad, & Johnsen, 2009). In termini generali, dunque, qualsiasi attività che presenti un margine di incertezza si presta a questo genere di scommessa, e può, quindi, essere oggetto di gioco d’azzardo (Croce & Zerbetto, 2001 ). Il gioco d’azzardo non rappresenta un problema per tutti o, quantomeno, non esita immediatamente in una dipendenza; in letteratura, infatti, sono descritte varie tipologie di giocatori:
1) Il giocatore ricreativo, per il quale il gioco è un’occasione per socializzare e divertirsi e che è in grado di governare i propri impulsi; queste persone giocano principalmente per divertimento e intendono il gioco come passatempo, forma di intrattenimento, mezzo per vincere un premio.

2) Il giocatore a rischio risulta molto più concentrato sulla modifica di stati d'animo (ad esempio, l'eccitazione, il rilassamento, la depressione e la riproduzione quando sono  annoiati o turbati

3) Il giocatore problematico gioca in modo eccessivo e inizia a manifestare maggiori problemi in vari ambiti della propria vita. Molto spesso il giocatore cerca di risolvere questi problemi attraverso il gioco stesso.  Ferris, Wynne, e Single (1999, p. 58) (Winters et al., 1993).

4) Il giocatore patologico manifesta una vera e propria dipendenza: l’impulso per il gioco diviene irrefrenabile e incontrollabile ed è accompagnato da una forte tensione emotiva, dall’incapacità di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico e da un comportamento autostimolatorio.

Uno studio del 2013 svolto da SPS (Student Popolation Survey)-DPA (Dipartimento politiche Antidroga) su un campione di  33.483 soggetti di età compresa tra i 15-19 anni ha identificato che circa il 50% dei ragazzi utilizza giochi d’azzardo. Di questo il 39% riguarda giocatori sociali e l’11% dei ragazzi utilizza una modalità di gioco problematica o addirittura patologica. Non è possibile individuare un’unica variabile predittrice del comportamento di gioco d’azzardo problematico o patologico; piuttosto gli studi presenti in letteratura hanno considerato variabili di diversa natura: individuali (es. fattori di personalità), ambientali distali (es. esposizione a messaggi pubblicitari) e ambientali prossimali (es. esposizione al gioco nel contesto familiare).

I dati più interssanti emersi dalla nostra indagine esplorativa condotta attraverso un questionario self-report su 296 adolescenti della provincia di Bari sono quelli che riguardano:

- la percezione di rischio come fattore di riduzione del comportamento di gioco
- il gruppo dei pari come contesto maggiormente in grado di influenzare il comportamento di gioco

Peratanto  principali risultati dell’indagine sembrano indicare l’utilità di insistere, negli interventi di prevenzione , sull’incremento della percezione dei rischi legati al gioco e della coesione/senso di sostegno percepiti nel gruppo dei pari. Inoltre, essendo il gruppo dei pari una variabile di rilievo per l’adozione del comportamento di gioco, appare utile svolgere gli interventi di prevenzione nei luoghi di aggregazione degli adolescenti come le scuole.

Silvia Recchia
14 agosto 2016