"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi." (M. Proust)

Il bambino con ADHD: strategie educative

Il bambino con ADHD: strategie educative

Il disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo. Si caratterizza per la presenza di difficoltà in tre aree specifiche: attenzione, iperattività e
impulsività. Non è possibile effettuare una diagnosi prima dei sette anni di età. Il bambino presenta un’evidente difficoltà a rimanere concentrato o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato. Tra i 4 tipi di attenzione (selettiva, sostenuta, focalizzata e divisa) il bambino disattento cade prevalentemente nell’attenzione sostenuta. Tali difficoltà si evidenziano anche nelle situazioni ludiche, nelle quali il bambino passa spesso da un gioco all’altro, senza completarne uno.

Barkley (1997) ha dimostrato che il comportamento scarsamente controllato dai bambini con ADHD può essere spiegato da deficit che riguardano l’inibizione comportamentale.
Secondo tale modello i bambini con ADHD :

  • hanno difficoltà nell’inibire una risposta predominante, (una risposta precedentemente associata ad un rinforzo);
  • hanno difficoltà nel fermarsi in corrispondenza di risposte che possiedono uno spazio temporale;
  • hanno delle difficoltà nel controllare le interferenze, cioè quando devono proteggere le loro risposte da stimoli esterni in concorrenza con lo schema comportamentale principale richiesto.

L'iperattività è spesso associata a un'ampia varietà di difficoltà infantili.

La valutazione iniziale di un bambino iperattivo deve quindi essere sistematica e comprensiva di una serie di prove cognitive e comportamentali in modo che le difficoltà presenti associate possano essere identificate e vengano escluse diagnosi alternative (Weinberg e Emslie 1991).

Possono coesistere alcuni problemi con l’ADHD (es. comportamento oppositivo, disturbo specifico di apprendimento), sebbene spesso si dia priorità diagnostica all’ADHD, non sempre è facile stabilire come Disturbi associati siano in relazione tra loro in uno specifico quadro clinico.

Secondo i dati della letteratura scientifica il trattamento ideale per l'ADHD è di tipo multimodale, cioè un trattamento che implica il coinvolgimento di scuola, famiglia e bambino stesso. La tradizione cognitivo-comportamentale ha consentito la messa a punto di alcuni programmi educativi e terapeutici.

L'approccio comportamentale è caratterizzato da un dettagliato assessment delle risposte problematiche e delle condizioni ambientali che le elicitano e mantengono e da precise strategie
comportamentali.

 Strategie comportamentali

  1. Positive: fare un piano di rinforzi.
  2. Negative: ignorare pianificato, conseguenze logiche, costo della risposta

Si tratta di strategie che mirano a migliorare il comportamento attraverso l’applicazione di conseguenze (positive o negative).

Le conseguenze positive aumentano la frequenza, l’intensità e la durata di un comportamento. E’ importante, pertanto, fornire al bambino un feedback sul suo comportamento. Dare un elogio dopo un comportamento corretto è più importante che rimproverare o punire un comportamento sbagliato. Le ricerche dimostrano che la sequenza migliore prevede in primis l'adozione di strategie positive.

Alcuni suggerimenti:

  • Creare un rapporto positivo con il bambino
  • Stabilire regole chiare
  • Gratificare spesso il bambino senza posticipare
  • Essere coerenti con le regole e le relative conseguenze positive e negative
  • Tentare di prevedere i problemi
  • Cercare di mantenere un clima rilassato
  • Adottare una token economy e/o rapporti quotidiani per rinforzare il comportamento appropriato 
  • Adottare il costo della risposta per ridurre il comportamento problematico 
  • Adottare il time out per gravi forme di disobbedienza
  • Far partecipare attivamente il bambino utilizzando l'autogestione autogestione

Per la Gestione dei tempi di lavoro seguire tre Principi:

  • Brevità (Consegne, pause frequenti, colmare tempi vuoti). 
  • Varietà ( Materiali per migliori interazioni visive, verbali e tattili). 
  • Struttura ( Fornire una routine con attività altamente organizzate).

E' fondamentale anticipare i cali di attenzione, l'impulsività e l'iperattività. È necessario sottolineare che il lavoro di equipe tra Psicologi, Pedagogisti e Insegnanti ha una certa utilità se gli stessi sentono di formare un team per aiutare il bambino con ADHD, e non si fermano ad uno sterile, quanto improduttivo, gioco di sapere e potere tra chi sa di più sul disturbo e chi ha più esperienza nel sapere gestire i bambini difficili.

I primi dati di una sperimentazione,tuttora in corso, hanno dimostrato che gli insegnanti, che hanno usufruito della consulenza, hanno acquisito maggiori abilità interazionali positive con gli alunni, e sono riusciti a diminuire le interazioni negative. Inoltre, i bambini delle classi che hanno ricevuto la consulenza hanno diminuito i comportamenti di disattenzione, di disturbo, di movimenti e di verbalizzazioni non attinenti al compito. (Cornoldi e Marzocchi).

 

Silvia Recchia
20 settembre 2015